Modelli di Moda Sostenibile: Mercato dell’Usato e Second-hand Economy

Modelli di Moda Sostenibile: Mercato dell’Usato e Second-hand Economy
Giorgia Campagna

Giorgia Campagna

Tra cambiamenti di stili di vita e nuovi trend ecosostenibili, il 2020 è stato sicuramente un anno interessante, se da un lato ha cambiato e avuto un impatto negativo sulle nostre vite, da un altro punto di vista è stato motivo ed acceleratore di nuove abitudini e tendenze positive per il nostro benessere e per l'ambiente.

A queste ultime appartiene una tendenza non nuova, ma diventata molto più in voga negli ultimi anni, e che ha visto un incremento ancora maggiore nell'ultimo periodo a causa della pandemia, stiamo parlando del mercato dell’usato o second-hand. 

In alcuni settori in particolare, tra cui proprio quello della moda, comprare prodotti usati non è di certo una novità, sono però nuove le motivazioni che oggi spingono buona parte dei consumatori verso gli acquisti second-hand.

Da necessità a virtù: il mondo dei vestiti usati sta subendo una trasformazione che va tutta a favore dell'ambiente e che può, anzi deve diventare il futuro. E per chi non ci crede o non è disposto volontariamente ad avere la routine di riciclare vestiti, non c’è da preoccuparsi, ci stanno pensando le istituzioni europee a prendere provvedimenti!

Vestiti usati: da esigenza, al vintage di nicchia a modello economico 

Il riciclo di vestiti usati non è di certo la grande invenzione dell’ultimo decennio, lo abbiamo sempre fatto, ed anzi lo si faceva molto di più prima. Per i nostri nonni o genitori era normalissimo riusare vestiti e scarpe dei fratelli più grandi. Ma d’altronde... chi non ha indossato un bell'abito o un paio di scarpe o una borsa che una sorella maggiore o una cugina non usava più?

Più recentemente si è poi creata una tendenza a riciclare i vestiti usati anche per motivi diversi, che è per l’appunto diventata un trend ed un vero e proprio modello economico. 

Negli ultimi decenni infatti, mercatini dell'usato o mercati delle pulci, come vengono chiamati, sono stati spesso legati all’idea di un’altra tendenza, quella della ricerca di vestiti vintage, che per lungo tempo è stata una moda più che altro di nicchia, per quelle personalità definite un po' hippie, stravaganti ed alternative. Insomma, di certo non erano inclusi gli acquisti più tradizionali e convenzionali. 

Quest’idea è però lentamente cambiata, e comprare vestiti usati è diventato un modo diverso di fare shopping a cui sempre più persone guardano con interesse, vista come alternativa ai tradizionali metodi di acquisto, soprattutto in contrapposizione al modello della fast fashion. 

La vendita di vestiti usati ha già una buona base in altri paesi. I primi negozi dell'usato negli Stati Uniti risalgono agli anni Settanta. Allo stesso modo, in altri paesi europei ormai da più di un decennio ci sono punti vendita di abiti usati, frequentati da diversi tipi di consumatori.

Se guardiamo poi ai nostri vicini di casa tedeschi, Berlino è sicuramente la capitale europea del mercato dell'usato, la città in cui comprare usato è assolutamente la normalità. I famosi flohmärkte, appunto i mercati dell’usato, sono parte integrante dello charme e della cultura della città, e luoghi affascinanti per chi non è del posto. Ma non solo nei mercati, sono numerosissimi i negozi dell’usato in cui è possibile comprare abbigliamento usato al chilo! Un vero paradiso per gli amanti di questo tipo di economia e del vintage, che possono trovare dei veri e propri tesori tra quegli scaffali.

Economia circolare ed il mercato second-hand

Abbiamo già parlato dei terribili impatti ambientali provocati dall’industria della moda e dell’esigenza di applicare i modelli di un’economia circolare che possa almeno limitare i disastri ambientali a cui stiamo assistendo sempre più frequentemente. Il mercato della second-hand è proprio uno dei cinque modelli economici che rientrano nell’ottica di un’economia circolare e sostenibile. 

Anche se più frequentemente parliamo di mercato dell’usato, per essere precisi, specifichiamo che, tecnicamente, tra economia dell’usato e di seconda mano c’è una differenza. 

Quando parliamo di usato significa che il prodotto è stato appunto usato dal suo precedente proprietario. Economia di seconda mano o second-hand economy fa invece riferimento al passaggio da un proprietario ad un altro, ed in questo caso il prodotto in questione potrebbe anche non essere stato usato affatto. 

Nel linguaggio comune, i termini sono considerati interscambiabili, ma è bene sapere che c’è questa piccola differenza, che in alcuni casi può però essere fondamentale se si pensa a prodotti che con l’uso possono consumarsi e perdere alcune caratteristiche, in questo modo è possibile anche acquistare un prodotto praticamente nuovo ma ad un costo inferiore.

Moda sostenibile e mercato second-hand

Image by pikkisuperstar 

Quali sono gli altri benefici dell’economia di seconda mano? 

  • Liberarsi di cose che non ci servono più, non abbiamo mai usato ed occupano spazio nelle nostre case. Per chi si vuole avvicinare ad uno stile di vita più minimalista è la soluzione perfetta.
  • Nel fare quanto detto sopra, ci si guadagna non solo in spazi recuperati, ma pure economicamente. Potreste scoprire di avere in casa a prendere polvere oggetti per cui qualcuno pagherebbe più di quanto immaginiate.
  • Per ultimo, ma non per importanza, salvaguardare l’ambiente. La quantità di rifiuti che viene riciclata non è neanche minimamente vicina a quella dei rifiuti creati. Solo nel settore moda, ogni secondo viene incenerito l’equivalente di un camion di vestiti. Solo in Italia il tessile produce circa 150 mila tonnellate di rifiuti all’anno, 14% in più rispetto al 2014, colpa soprattutto dell’eccessivo consumismo e della fast fashion.

Il mercato dell’usato in Italia

E in Italia? Beh, lo sappiamo, in Italia abbiamo sempre fatto un po' fatica ad accettare questo tipo di acquisti, o almeno abbiamo bisogno di un po' più di tempo: perché comprare l'usato se posso permettermi il nuovo? Domanda posta non di rado dagli italiani, dovuta probabilmente a motivi socio-culturali. Più che in altri paesi forse, nel paese simbolo dell'alta moda, poter comprare abiti nuovi e di marca è sinonimo di un certo tipo di posizione economica e sociale. 

La situazione è però cambiata anche da noi negli ultimi anni. E a confermarlo sono i numeri, che dimostrano come l'aumento progressivo del mercato di seconda mano degli ultimi dieci anni, ha avuto un'impennata nel 2020. È infatti proprio grazie alla pandemia che anche il trend del mercato dell’usato ha avuto un'accelerata, come accaduto pure nel caso della sharing economy e del fashion rental

Negozio vestiti usati

Secondo uno studio effettuato da BVA Doxa per conto di Subito, la più grande piattaforma italiana online di compravendita dell'usato, il 54% degli italiani, ovvero 23 milioni, ha dichiarato di aver acquistato qualcosa di usato nel 2020. Per il 39% era già un'abitudine, ma per il 14% di questi, la prima volta è stata proprio nel 2020. Il valore del mercato dell'usato italiano ammonta ora a 23 miliardi di euro, cresciuto del 33% rispetto agli ultimi 5 anni.

Altro elemento importante emerso dalla ricerca è la consapevolezza ambientale, che risulta essere uno dei principali motivi che ha spinto gli italiani verso questo tipo di modello economico. La compravendita dell'usato si classifica infatti al terzo posto tra i comportamenti ecosostenibili più diffusi. 

A confermare la tendenza di crescita del mercato second-hand anche lo studio della Boston Consulting Group per conto di Vestiaire Collective, famosa piattaforma di resale, dell'usato soprattutto di lusso. Dallo studio che ha coinvolto sei paesi, tra cui l'Italia, è emerso che:

  • Il mercato dell'usato vale tra i 30 e i 40 milioni di dollari a livello mondiale
  • Il mercato globale del second-hand si prevede avrà un aumento tra il 15% ed il 20% nei prossimi 5 anni 
  • Il 70% dei compratori di usato ne apprezza soprattutto l'aspetto sostenibile, percentuale in aumento rispetto al 62% del 2018

Ma se prima i negozi vintage erano frequentati da una certa nicchia di consumatori, oggi con una diversa visione di questo modello economico, chi compra e vende vestiti di seconda mano? La risposta ci viene fornita dallo studio di Thredup: sono i più giovani a costituire la percentuale più grande di chi è attivo nella second-hand economy. 

Come si vede nel grafico, Generation Z e Millennials sono più attratti da questo modello economico, ed uno dei fattori per loro determinanti è proprio la sostenibilità. 

Giovani e second-hand economy

Fonte: Tredup. Percentuale di ogni fascia d’età che ha comprato vestiti o accessori di seconda mano

Le direttiva europee: l’obbligo di riciclo tessile

La gestione dei rifiuti è ormai fuori controllo ed è impossibile eliminare le tonnellate che ricoprono le nostre terre e i nostri mari, per questo motivo, per coloro che non spiccano per coscienza ambientalista, ci stanno pensando i vertici europei. 

Dopo la sottoscrizione del Pacchetto sull’Economia Circolare (2015), e con l’obiettivo di attuare il Circular Economy Action Plan in ogni settore economico, l’Unione Europea ha previsto la direttiva 851/2018 che obbliga al riciclo dei rifiuti tessili entro l’1 gennaio 2025.

Direttiva che l’Italia ha deciso di anticipare all’1 gennaio 2022. Cosa comporta questo per i produttori e le aziende nel settore tessile e manifatturiero? I produttori diventano responsabili per i beni prodotti anche nel momento in cui diventano rifiuti e devono quindi essere smaltiti. È perciò necessario iniziare a muoversi in questa direzione per farsi trovare preparati quando la direttiva sarà attiva.

Avrete capito che l’economia dell’usato e di seconda mano oltre ad essere un tendenza del momento, è anche un’esigenza, una delle soluzioni proposte dai concetti di economia circolare per limitare i danni del consumismo. Se non l’avete mai fatto, provate a visitare un negozio dell’usato nella vostra città, potreste scoprire che in realtà è ciò che fa al caso vostro. 

In alternativa, cominciate da una ricerca online e date un’occhiata ad uno dei tanti siti o app dedicate al mercato dell’usato, se proprio non potete fare a meno di fare il vostro shopping sfrenato, potreste scoprire che comprare vestiti di seconda mano online è la scelta più adatta a voi.

Non importa quale sia il vostro punto di partenza, l'importante è che troviate in uno dei modelli dell’economia circolare il vostro punto di arrivo. La vita è troppo breve per non essere ecosostenibili.

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