Metaverso: Tra Realtà Virtuale e Realtà Aumentata

Franca Gragnaniello
Il termine “Metaverso” lo abbiamo sentito pronunciare recentemente dal fondatore di Facebook. Ma che cos’è? Immaginiamo di essere un’azienda manifatturiera che sta cercando un “mezzo tecnologico” che consenta ai clienti provenienti da tutte le parti del mondo di entrare nel nostro laboratorio virtuale e di toccare con mano ”virtuale” la nostra collezione di moda appena realizzata, di vedere in anticipo le bozze della collezione futura e di poter interagire con essa e, al termine, poter scegliere, ordinare e pagare con una moneta virtuale. Non è fantascienza ma è semplicemente il nuovo universo digitale frutto di molteplici elementi tecnologici tra cui video, realtà virtuale e realtà aumentata: Il Metaverso.
Se ti stai chiedendo qual è la differenza principale tra realtà aumentata e realtà virtuale , si potrebbe rispondere così: nel caso della realtà aumentata è il mondo virtuale a “entrare” in quello reale, mentre nel caso della realtà virtuale siamo noi ad “entrare” in un nuovo mondo.
Che cosa significa Metaverso e che cos’è?
“Meta” è una parola che deriva dal greco e significa “dentro” e “Verso” è l’abbreviazione di “universo”. Il metaverso è quindi un universo al di là del mondo fisico, è un mondo virtuale, è il luogo in cui il mondo reale e quello digitale si uniscono. Lo scrittore Neal Stephenson ha creato questa parola per descrivere l’ambiente virtuale in cui viveva l’avatar digitale del protagonista del romanzo Snow Crash, uscito nel 1992. Nel metaverso si accede tramite visori 3D (come smart glasses, caschi e visori di realtà virtuale, guanti e tute tattili) e si vivono delle esperienze virtuali: si possono creare degli avatar realistici, incontrare altri utenti. Si può seguire una riunione con i colleghi dell’ufficio, fare shopping proprio come al supermercato, provare la nuova collezione del brand di abbigliamento preferito oppure giocare, disegnare, invitare amici nella propria casa «digitale» e così via. Un mondo digitale dove la realtà virtuale è profondamente connessa al web e in cui le persone possono vivere una vita parallela a quella del mondo reale. Ecco cos’è il Metaverso.
Quando vivremo nel Metaverso?
È tempo di experience, tutti vogliono “sentire”, “fare esperienza diretta”, anche digitalmente: dunque i tempi sono maturi per un salto appunto nella terra degli avatar. Quello del Metaverso è un ulteriore passo sulla strada dell’emancipazione digitale e considerando i progressi tecnologici e i grossi investimenti in ballo, si prevede che entro i prossimi 5-6 anni una bella parte della popolazione trascorrerà gran parte della sua vita in un metaverso e la trasformazione sarà di gran lunga maggiore rispetto a quella portata da internet e dagli smartphone.
Intanto, in attesa , c’è chi ci crede a tal punto da dedicargli già il nome dell’azienda, come ha fatto l’ex gruppo Facebook, ora Meta, che ha presentato di recente la propria ipotesi di mondo virtuale esteso, spiegando agli utenti come sarà possibile invitare amici a casa, giocare, fare surf, incontrare i colleghi o partecipare ad un concerto senza spostarsi dal salotto di casa, in un batter d’occhio. Ma anche Microsoft, Roblox, Epic Games, Tencent, Alibaba e ByteDance hanno già investito milioni di dollari sullo sviluppo del progetto.
Gli Italiani e il “metaverso”
La società di consulenza specializzata nell’analisi dei media e dei comportamenti digitali Sensemakers ha condotto un sondaggio d’opinione, andando a indagare sul rapporto che hanno gli italiani con il metaverso
Il 25% degli italiani dichiara di sapere cosa sia il metaverso, percentuale che arriva al 30% tra gli uomini e scende al 21% tra le donne; sale fino al 37% per i giovani della fascia d’età 18-24 e al 33% per quella 25-34 anni per poi scendere progressivamente fino ad arrivare al 17% per i 55-64enni al 13% per gli over 65. È interessante notare che il 51% degli intervistati ritiene che il metaverso non sia solamente un ambiente completamente virtuale e digitalizzato ma una realtà parallela in grado di incidere sulla vita reale e in cui poter potenzialmente svolgere le stesse attività della quotidianità. Dalla ricerca emerge che non viene visto come luogo dello svago e dell’intrattenimento, ma piuttosto come un posto dove svolgere attività legate alla vita reale, dalle riunioni agli acquisti, con impatti sulla vita reale.
Per il 56% degli italiani le aziende faranno bene ad investire sul metaverso (il 22% perché nel metaverso si potranno fare cose impossibili nella vita reale e il 34% perché il metaverso ci semplificherà il lavoro e le relazioni). Molte infatti sono le startup nate negli ultimi anni che stanno diventando parte integrante della nuova realtà del Metaverso. Tra queste, citiamo alcune che hanno avuto successo nell'ambito del fashion:
- Versy fondata da Piero Fioretti, è una startup innovativa che riunisce creatori ed imprenditori italiani che stanno lavorando alla creazione di metaversi privati per aziende (store virtuali). L’azienda punta alla socialità e alla condivisione di esperienze e spazi nel mondo virtuale: chi visiterà il negozio di un brand o di un creator potrà farlo in compagnia, scambiandosi opinioni e consigli su cosa gli piace e cosa no.
- Future Fashion fondata da Andrea Carpineti, offre una soluzione multicanale che consente alle aziende di ridurre i costi di campionario dei brand, creando cataloghi virtuali in cui gli utenti possono “provare” i modelli 3D dei capi attraverso la realtà aumentata.
Conclusioni
Il metaverso è sicuramente uno dei fenomeni emergenti dell’ecosistema digitale e, dato il grande interesse mostrato dalle aziende, occorre approfondire il livello di conoscenza e di aspettative dei consumatori. Chiaramente, oggi ,con questo articolo abbiamo cercato di trattare l’argomento in una maniera più semplice, molto c’è ancora da dire su questo argomento, ma la cosa importante che se ne inizi a parlare. Molte sono le domande inerenti al pericolo sociale derivante dal rinchiudersi in un ambiente virtuale.
Senza dubbio il metaverso dovrà superare alcuni ostacoli per prendere quota:
- Il primo: chi gestirà il metaverso? La soluzione plausibile è affidarsi ad un’organizzazione senza scopo di lucro che gestisca tutto sullo stile di quanto sta succedendo adesso con Internet
- Il secondo (strettamente legato al primo): basterà un solo metaverso o ne vedremo a decine? Dipende, se le aziende si metteranno d’accordo, costruire un solo mondo virtuale farebbe bene a tutti sia agli Utenti che alle Aziende.
Dopodichè bisognerà pensare alla sicurezza degli utenti, alla gestione della privacy. Ma queste sono domande che dovranno essere poste dopo l’introduzione del metaverso, per cui abbiamo ancora un pò di tempo prima di trovare le risposte giuste.
Da sempre affascinata dalla moda, all'età di 20 anni, Franca ha realizzato il sogno di aprire la sua boutique 'Abbigliamento Babilonia' che dirige ancora tutt'oggi. Coltiva con passione relazioni professionali per aumentare le proprie opportunità di lavoro e carriera, questo le permette di stringere rapporti commerciali con produttori di abbigliamento in tutta Italia. La sua teoria è "l'umanizzazione del lavoro", mostrando al cliente che lo si tiene veramente a cuore. Ama bere caffè, la ginnastica ritmica, e trascorrere un po' di tempo con i suoi gatti, Furia e Aria.
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