La Via della Seta tra Italia e Cina: da Marco Polo ad Oggi


Franca Gragnaniello
«Quivi si fa molta seta»
Nel libro "Il Milione", risalente al tredicesimo secolo,Marco Polo narrava dell'economia nella provincia cinese del Catai, famosa per la produzione di seta, tessuto pregiato che in Europa arrivava dopo un lungo tragitto, attraversando Oriente ed Occidente, proprio per questo motivo chiamato "la via della seta".
Il percorso della “Via della seta” attraversava 43 Nazioni del mondo moderno,circa 8000 Km, gli itinerari contemplavano percorsi terrestri, marittimi e fluviali lungo i quali sin dall'antichità si intrecciavano scambi culturali e commerciali tra Oriente e Occidente e, in particolare, della seta di cui la Cina mantenne per secoli il monopolio.
É importante sottolineare che la destinazione finale della seta che viaggiava su questa via insieme ad altre merci preziose, e che dopo il 200 a.C. iniziò a uscire con regolarità dalla Cina, ovvero Roma.
Tutto questo costante movimento e incontro di popolazioni diverse ha portato alla trasmissione di conoscenze, idee, culture, religioni e credenze, che hanno avuto profonde ripercussioni sulla storia e sulle civiltà dei popoli europei e asiatici.
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La via della seta oggi: cos'e' la Belt and Road Initiative?
Nata alla fine del 2013, la Belt and Road Initiative (BRI) è un accordo di sviluppo e cooperazione promosso dalla Cina avviato dal Presidente Xi Jinping.
Con la vecchia Via della Seta di Marco Polo c’entra poco o niente.
La Belt and Road Initiative consiste in un ambizioso programma infrastrutturale che attraverso sei corridoi di trasporto, via terra e via mare, punta a sviluppare la connettività e la collaborazione tra la Cina e circa 80 Paesi, creando uno spazio economico eurasiatico integrato. Il tutto per facilitare e dare ulteriore impulso a scambi e rapporti commerciali tra le imprese cinesi e il resto del mondo.
L'Italia è stato il primo Paese del G7 ad aderire ufficialmente alla Belt and Road.
La nuova via della seta: accordo Italia-Cina
In Italia si e' parlato di "nuova via della seta", per indicare il facoltoso programma della Belt and Road Initiative. Per i paesi partner, ci potrebbero essere potenziali impatti su tre fronti:
- aumento degli investimenti,
- incremento della domanda esterna,
- miglioramento della competitività grazie a minori costi di transazione e infrastrutture migliori.
Per quanto riguarda l'Italia, ha firmato un memorandum. É importante dire che non è un trattato, una legge, né un contratto. Si tratta soltanto di un documento con il quale ci si impegna, senza alcun obbligo, a valorizzare tutte le possibili collaborazioni e potrebbe consentire a Italia e Cina di impostare una più efficace relazione e costruire meglio i rapporti commerciali.
Le discussioni dei vertici di stato riguardano essenzialmente tre settori:
- tecnologia: con intese per la collaborazione su startup innovative e commercio elettronico, mentre l'Agenzia spaziale italiana lavorerà con quella cinese ad un satellite per la rilevazioni geofisiche;
- agricoltura: con il protocollo sui requisiti fitosanitari(Prodotto usato per difendere le piante dall’azione dei parassiti animali e vegetali) per l'esportazione di agrumi freschi dall'Italia alla Cina e gli accordi su carne suina congelata;
- cultura: con l'accordo per la prevenzione del traffico di beni archeologici, la restituzione di 796 reperti alla Cina, e la promozione congiunta dei siti Unesco. Inoltre, è stata firmata un'intesa per eliminare le doppie imposizioni.
Scenari futuri della Belt and Road Initiative
È lecito pensare che l'obiettivo del memorandum con la Cina sia di creare un rapporto di cooperazione tra i due paesi, e probabilmente è anche l’occasione per incrementare lo sviluppo del nostro paese.Le nostre imprese avranno l’opportunità di partecipare ai grandi investimenti in tutti i paesi lungo il corridoio eurasiatico, almeno tanto quanto già fanno la Germania, la Francia e la Gran Bretagna.
L’Italia, inoltre, potrebbe diventare il motore del coinvolgimento dell’intera Ue nel progetto, per far valere l’interesse comune e la visione europea.
Il Memorandum pone le basi per permettere alle nostre imprese di esportare in Cina, visto che le merci cinesi arrivano da noi già da anni. Il potenziamento delle vie di comunicazione e scambio, è una enorme opportunità per le nostre medie e piccole imprese con prodotti all’avanguardia, ma che non esportano verso la Cina. Con questa iniziativa avranno maggiori possibilità di vendere le proprie merci a centinaia di milioni di cinesi e ad altrettanti cittadini di altri paesi asiatici, che adorano il made in Italy.
Siamo tutti consapevoli dell’alta percentuale di container che arrivano in Europa dalla Cina, l’obiettivo sarebbe quello di riempirli di prodotti Made in Italy per la destinazione Cina.
Da sempre affascinata dalla moda, all'età di 20 anni, Franca ha realizzato il sogno di aprire la sua boutique 'Abbigliamento Babilonia' che dirige ancora tutt'oggi. Coltiva con passione relazioni professionali per aumentare le proprie opportunità di lavoro e carriera, questo le permette di stringere rapporti commerciali con produttori di abbigliamento in tutta Italia. La sua teoria è "l'umanizzazione del lavoro", mostrando al cliente che lo si tiene veramente a cuore. Ama bere caffè, la ginnastica ritmica, e trascorrere un po' di tempo con i suoi gatti, Furia e Aria.
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