I trend della moda 2021: la fashion industry dopo il coronavirus


Antonella D'Eri Viesti
Come azienda che mette in relazione i produttori del made in Italy, i giovani fashion designer e i consumatori finali, Makers Valley presta da sempre molta attenzione ai cambiamenti che stravolgono il mondo e alle novità che continuamente si impongono nel panorama della moda.
La moda, infatti, è una spugna che assorbe le continue trasformazioni che arrivano dal mondo esterno, dalla società, dalla cultura, dalle nuove generazioni, e traduce tutto in modelli, in tessuti, in abiti da indossare interpretando la contemporaneità.
Oggi, senza dubbio, uno dei più grandi sconvolgimenti del nostro tempo è dato dal coronavirus: la pandemia scoppiata all’inizio del 2020, ha imposto un nuovo modo di relazionarci gli uni con gli altri, di stare al mondo, di lavorare, di uscire, di frequentare o meno i posti di lavoro, la gente che conoscevamo e con cui eravamo normalmente in contatto fino a qualche tempo prima. Per questo il virus ha ridisegnato anche i confini della moda.
Sguardo al futuro e approccio sostenibile
Si stanno a poco a poco delineando due matrici dominanti nella moda, che detteranno i due trend maggiori anche nella prossima primavera- estate 2021: da un lato una moda che ama il futuro, dall’altra una che, invece, è più attenta al presente e punta ad un approccio ecosostenibile.
Tradotto in termini di accessori e abiti, da un lato abbiamo dei capi che contemplano forme più futuriste, con colori forti e stravaganti, con spalline larghe, direttamente dalle memorie degli anni Ottanta, con borchie e frange che richiamano lo stile dei bikers sempre pronti a nuove avventure, uno stile forte che vuole probabilmente contrastare la paura che ha tenuto banco per tutti questi mesi.
Questo è stato il trend che si è riscontrato principalmente nelle presentazioni di Paco Rabanne, Valentino e Chanel.
Le linee di questo trend sono molto dure e spigolose e richiamano tutto l’immaginario dei film di fantascienza della seconda metà del secolo scorso, ambientati in un futuro che si prospettava come misterioso e completamente diverso dal presente. I materiali usati sono fondamentalmente plastici e luminosi, ma soprattutto coloratissimi, volti a comunicare positività e proattività.
Dall’altro lato si sta imponendo uno stile più “umano”, con l’uso di fibre naturali, di modelli molto più morbidi e comodi, per un trend quanto più ecosostenibile e attento all’ambiente. Sorprendentemente, questo trend è adottato sempre di più dai marchi di fastfashion come Oltre, Mango e H&M, che stanno producendo, già da qualche tempo, prodotti sempre più attenti all’ambiente.
Come sostiene la stilista Vivienne Westwood, il trend dovrebbe essere sempre quello di “comprare meno, ma comprare meglio”, scegliendo capi di qualità non facilmente sostituibili e che possano durare più di una stagione, in modo da tutelare l’ambiente ed evitare gli sprechi. E questo invito è già stato accolto da volti noti dello star system internazionale come Meghan Markle, Emma Watson e Pharrell Williams.
E in questo il madeinItaly è maestro di qualità e di eccellenza. I capi artigianali, in cui vengono scelti con cura tessuti e modelli, rappresentano sempre la sicurezza che per la loro produzione sia stato rispettato anche l’ambiente.
La moda registra questa attenzione all’ambiente già da qualche anno, ma nel mondo post- coronavirus sarà una tendenza ancora più forte, in quanto i lockdown hanno dimostrato che con la minore emissione di gas nell’ambiente, la natura ha reagito bene. Dunque uno stile più naturale e umano, con colori più spenti e stili molto più minimalisti.
Una moda antivirale
Altro trend che si registrerà per la moda nel mondo post- coronavirus è sicuramente quello della moda anti- virale.
Abiti fatti con tessuti e modelli che possano essere anti- batterici e che possano consentire una massima protezione anche quando non siamo in casa, saranno sicuramente preferiti a tutte quelle fibre sintetiche scadenti che trattengono tutti i germi presenti nell’aria o a quei modelli che tengono scoperto il corpo. In estate la tentazione di scoprirci è molto forte, ma se si preferiscono fibre naturali come il cotone, il lino e la canapa, traspiranti e anche anti- cattivo odore, allora sarà molto più facile proteggere la nostra pelle da contatti indesiderati e, allo stesso tempo, rimanere freschi.
Streaming, web reputation e brand ambassador
Per la primavera- estate 2021 si conferma il trend delle sfilate prevalentemente online per permettere a tutti di seguire gli eventi in totale sicurezza.
Inoltre grande importanza, in questo periodo più che mai, hanno anche le serie tv. Alcune sono delle vere e proprie passerelle per il mondo della moda, come Emily in Paris (Netflix), Made in Italy (Amazon Prime) e il documentario su Ferragni, Chiara Ferragni Unposted (Amazon Prime).
Ma non solo: è fondamentale per le aziende, soprattutto nell’ambito della moda, comprendere l’importanza di una sempre più accurata presenza sul web.
Questo include la crescita della brand reputation e dei brand ambassador sui social network. A causa del coronavirus, infatti, le persone hanno trascorso e trascorrono tutt’ora molto più tempo sul web che è diventato il vero e proprio “luogo”, se pur digitale, di riferimento per quasi tutte le attività quotidiane. Per questo, il fatto di constatare la presenza delle aziende sul web e il fatto di poter tracciare il loro impegno nella ricerca di soluzioni per la quotidianità, avvicina aziende, produttori e consumatori finali. Inoltre i brand ambassador consentono di creare un rapporto di maggiore vicinanza tra consumatori e aziende. I brand ambassador, infatti, nella maggior parte dei casi sono persone “normali” che si fanno portavoce dei valori, della visione e della missione aziendale sui social network. Questo fa scaturire nell’anima dei consumatori un sentimento di fiducia condivisa nei confronti del brand di riferimento.
Come ha sottolineato la direttrice di Vogue, Anna Wintour, la moda deve puntare all’abbattimento dei lussi e degli sprechi in una ricerca di maggiore creatività e sostenibilità su tutti i fronti. Quindi non solo dal punto di vista delle materie prime da scegliere, ma anche dal punto di vista logistico. Scegliere, ad esempio, dei brand ambassador che possano promuovere i prodotti sui social, fa parte di queste scelte.
Le persone hanno bisogno di sentire le aziende più vicine, in un periodo così particolare. Da sempre la moda ha regalato sogni, ma oggi c’è bisogno di un approccio molto più “umano” e propositivo, che faccia crescere il senso di fiducia nel futuro smarrito a seguito degli ultimi eventi.
Importantissimo per l’industria della moda sarà anche il modello del rendering digitale: i consumatori potranno scegliere il loro capo sulle piattaforme digitali e riceverlo quando sarà pronto, anche non immediatamente, ma con la possibilità di pre- ordinarlo.
La moda e la realtà
Senza dubbio, alla luce di tutto questo, la moda dovrà interpretare una realtà in continuo cambiamento: non è di certo un’impresa facile, ma confidando nella funzionalità dei nuovi mezzi digitali e nel rapporto con i consumatori considerati prima di tutto “persone”, potrà fare degli enormi passi avanti anche in un prossimo futuro che ci sembra ancora incerto.
Ciao, mi chiamo Antonella D’Eri Viesti, ho 30 anni e sono una content writer, copywriter e content creator. Le parole sono gli strumenti meravigliosi grazie ai quali poter raccontare emozioni, storie e perfino raggiungere obiettivi! Ho un dottorato in filosofia e teoria dei linguaggi e una grande passione per i viaggi, la Nutella e i fashion studies. E se ci pensate bene, si collega tutto: insomma, nella valigia, pronta per la prossima meta, in sostanza c’è sempre un barattolo di Nutella e abiti che mi facciano sentire a mio agio e che siano anche adatti ad ogni occasione.
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