Contraffazione: Qual è il suo Impatto sul Settore della Moda

Franca Gragnaniello
Il mercato dei prodotti contraffatti non conosce crisi, anzi registra una crescita "considerevole". I Paesi più colpiti dal fenomeno sono gli USA, la Francia, l'Italia, la Svizzera, la Germania e il Giappone.
Secondo i dati del ministero dello Sviluppo economico e del Censis, colpito nel 2020, l’anno più severo in termini di restrizioni per il Covid-19, il business della contraffazione ha ripreso la sua marcia spedita nel 2021 con segnali di accelerazione anche nel 2022 e soprattutto, è ormai un fenomeno tipico dei canali online. Cinque miliardi e duecento milioni di euro: a tanto ammonta il giro d’affari dei falsi made in Italy. L’ impatto su chi compra, spendendo soldi “invano”, non è meno pesante: 1,4 miliardi. Capi di abbigliamento, scarpe, borse e accessori che tra bancarelle, negozi e siti finiscono ogni anno nelle mani dei consumatori, a volte nemmeno consapevoli
La Diffusione del Fenomeno
In generale il termine contraffazione è riconducibile all’attività di chi riproduce qualcosa in modo tale che possa essere scambiata per l’originale.
Fin dai primi anni del 1900, i contraffattori copiavano gli schizzi di moda che vedevano nelle sfilate di Parigi e vendevano queste riproduzioni in Francia e all’estero. Nel 1914 più di due milioni di etichette false di case di alta moda erano state cucite in capi d’ imitazione. Per un certo periodo per alcuni stilisti il fatto che i propri disegni venissero imitati o rappresentassero fonte di ispirazione era visto come il segno definitivo di adulazione, un modo per determinare il successo di un marchio di moda. Infatti, alcuni studi sostengono che le contraffazioni possono essere in realtà benefiche per l’industria della moda, costringendo i produttori a migliorare i loro prodotti al fine di differenziarsi dagli imitatori. Tuttavia, la maggior parte del settore è del parere che la contraffazione rappresenta un furto e chi acquista prodotti contraffatti incoraggia attività illecite.
Lo sapevi che: La contraffazione non è un fenomeno recente. Nel 1440 fu Lorenzo Valla a smascherare quello che è certamente il più famoso falso della storia: la cosiddette “donazione di Costantino”, un documento contraffatto ed inventato (probabilmente da dei monaci) con il quale l’imperatore Costantino avrebbe messo nelle mani della chiesa di Roma il potere dell’Impero Romano.
Che cosa ha l’industria della moda che la rende così attraente agli occhi dei contraffattori? In primo luogo, il fatto che il settore della moda è dettato da tendenze in continuo cambiamento. Qualcosa che è di moda oggi potrebbe essere obsoleto domani. Di conseguenza, i marchi di moda devono reinventarsi continuamente, con il rilascio di nuovi prodotti che consentano loro di rimanere in primo piano. Se a questo aggiungiamo il fatto che viviamo in una società basata sull’immagine, ossessionata dalle tendenze, ma anche dal risparmio, troviamo terreno fertile per la contraffazione. L'industria dei falsi di moda rappresenta, in ambito europeo e nazionale, una minaccia per le imprese del settore e la società nel suo complesso. L' Italia è ai primi posti in Europa sia tra i paesi consumatori sia tra quelli produttori di beni contraffatti. Svariate, e tutte ugualmente gravi, le conseguenze anche per la collettività e lo Stato. La contraffazione e la pirateria scoraggiano l’innovazione e la creatività, disincentivano gli investimenti, erodono la competitività delle imprese, cancellano posti di lavoro sicuri incrementando il lavoro nero, minano la fiducia dei consumatori nella qualità dei prodotti di marca mettendone a repentaglio la salute e la sicurezza, soprattutto nel caso di prodotti alimentari, prodotti farmaceutici e giocattoli; da ultimo, privano di introiti fiscali gli stessi Stati. I falsi rendono ogni cittadino italiano più povero (per la precisione, costano ad ognuno 142 euro). Il più delle volte nella contraffazione di tali beni si usano materie prime di bassa qualità, a volte il risultato finale, ad un occhio attento, si discosta abbastanza dall’originale, ma molte volte invece è alquanto difficile riconoscere quale sia la copia e quale l’originale.
I Canali On-Line: Strumento Preferito per la Vendita di Merce Contraffatta
Se da un lato l’emergenza sanitaria associata alla pandemia ha sdoganato lo shopping online in ogni sua forma è anche vero che la natura stessa dei marketplace ha reso e rende difficile per gli utenti distinguere le merci contraffatte e piratate da quelle autentiche e legali. Negli anni passati le merci contraffatte e piratate venivano vendute negli angoli delle strade, nei vicoli meno battuti o nei mercati più borderline. Oggi invece i prodotti contraffatti stanno invadendo il mercato delle vendite online, a dimostrarlo è lo studio Misuse of e-commerce for trade in counterfeits’ (Uso improprio del commercio elettronico per la vendita di prodotti contraffatti), sull’uso improprio del commercio elettronico per la vendita di prodotti contraffatti. Secondo i dati infatti, il 56% dei sequestri doganali alle frontiere dell’Unione Europea riguarda prodotti falsi. Secondo lo studio anche i piccoli colli vengono usati come canale per le reti di commercio online illecito, poiché le imprese se ne servono per spedire direttamente la merce ai consumatori, ma anche perché le spedizioni di minor volume permettono di ridurre le potenziali perdite associate ai sequestri. L’ indagine evidenzia poi che la maggior parte del commercio online a livello mondiale avviene nella modalità business to business (da impresa a impresa), ossia l’82% del valore totale, mentre il restante 18% (2019) avviene nella modalità business to consumer (da impresa a consumatore). Per saperne di più leggi QUI
Generazione Z : il maggior acquirente di moda contraffatta
E’ la Generazione Z ad acquistare maggiormente prodotti “falsi” con la consapevolezza di compiere un gesto rivoluzionario che “strizzi l’occhio al vero ma ad un costo inferiore".
“Dupe culture”: ( inganno o anche credulone) è il nuovo termine per definire tutti quei giovanissimi che comprano prodotti falsi, dall’abbigliamento al beauty, trasformando l’acquisto in vero e proprio vanto. I giovani sanno che il prodotto falso è di qualità inferiore e durerà di meno, ma hanno meno aspettative e sono generalmente soddisfatti dell’acquisto. Inoltre tutti sanno che è un reato, ma c’è una tendenza a minimizzare e a giustificare l’acquisto, e hanno una scarsa consapevolezza delle implicazioni sociali del reato, in particolare di cosa ci sia dietro lo sfruttamento della manodopera e su quale sia il coinvolgimento della criminalità organizzata.
Come combattere la Contraffazione
Con l’aumento della contraffazione le grandi case produttrici, per tutelare i loro prodotti e quindi le loro vendite, hanno messo in atto tutta una serie di strategie mirate a distinguere i prodotti veritieri da quelli falsi, immettendo all’interno dei primi aspetti/particolari distintivi unici non copiabili. Ad esempio in alcuni tessuti sono stati incorporati dei marcatori visibili solamente con la luce polarizzata, una tipologia affine a quella utilizzata nella stampa delle valute. Altre tecniche per la non manomissione e non contraffazione riguardano l’imballo dei prodotti.
Altri tipi di sistemi per la non contraffazione possono essere:
- Codici a barre tracciabili o seriali.
- Adesivi o cartogrammi realizzati con inchiostri che cambiano colore.
- Codici QR.
- Punti stampati direttamente sulla superficie del prodotto che creano un rilievo ( tipo la scrittura braille).
La Blockchain: la tecnologia anti-contraffazione
A difesa dell’autenticità del “Made in Italy” nasce il progetto Blockchain del Ministero dello sviluppo economico, con il coinvolgimento di Smi e Ibm, che introduce nel processo produttivo criteri di sicurezza e di trasparenza e aderisce a codici etici condivisi da molti player. Il progetto, che mira alla difesa dell’eccellenza dei nostri prodotti sui mercati internazionali, è focalizzato su tutta la filiera del tessile (dalla torcitura del filo fino al prodotto finito) e ci si augura che in futuro possa costituire un modello di base per tutti i settori del Made in Italy. L’iniziativa è rivoluzionaria perché sfrutta per la prima volta in questo ambito il metodo della blockchain (un registro elettronico aperto al pubblico nel quale vengono archiviate in modo verificabile le transazioni che avvengono tra due utenti) per gestire tutte le informazioni sulla produzione di un capo di abbigliamento, a partire dalla filatura fino alla confezione, in modo da dare la possibilità al consumatore di conoscere la provenienza di tutti i passaggi produttivi. Il consumatore può trovare le informazioni attraverso il cartellino che diventa veicolo di informazioni e trasparenza: “l'etichetta parlante”.
“The Aura Blockchain Consortium” di cui fanno parte aziende come Prada, il gruppo del lusso LVMH, The OTB, Louis Vuitton, Cartier, Richemont è un sistema tecnologico innovativo che permetterà al consumatore di sapere la storia dei prodotti che andrà ad acquistare, di seguirne la tracciabilità, di conoscerne l’autenticità così come tutta la filiera produttiva.
Conclusioni
Ci sono Fondi europei, che possono essere impiegati per tutelare e valorizzare la proprietà intellettuale: i programmi operativi nazionali “Ricerca e Innovazione” e “Imprese e Competitività” si muovono proprio in tal senso. Gli strumenti, insomma, ci sono, si tratta di adattarli ad un mercato in continua evoluzione affinché non si rivelino pallottole spuntate contro i falsi. Un’ultima arma è quella della comunicazione per imprese, professionisti e cittadini, affinché sappiano non solo tutelarsi, ma comprendano i danni economici ed i rischi per la salute e la sicurezza legati ai prodotti contraffatti.
Da sempre affascinata dalla moda, all'età di 20 anni, Franca ha realizzato il sogno di aprire la sua boutique 'Abbigliamento Babilonia' che dirige ancora tutt'oggi. Coltiva con passione relazioni professionali per aumentare le proprie opportunità di lavoro e carriera, questo le permette di stringere rapporti commerciali con produttori di abbigliamento in tutta Italia. La sua teoria è "l'umanizzazione del lavoro", mostrando al cliente che lo si tiene veramente a cuore. Ama bere caffè, la ginnastica ritmica, e trascorrere un po' di tempo con i suoi gatti, Furia e Aria.
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