9 Sneakers Davvero Sostenibili Diverse dalle Solite Allbirds


Giorgia Campagna
Ormai si sa, quello della moda è uno dei settori più inquinanti al mondo, il fatto che dobbiamo produrre e comprare meno dovrebbe ormai essere una certezza. Ma all’interno del mondo della moda c’è un settore che inquina più degli altri? Sembrerebbe di sì e che al momento risulti essere quello delle calzature, in particolare delle scarpe sportive. È ormai ufficiale che le nostre amate sneakers sono causa di un grave impatto ambientale.
Notizia poco piacevole, soprattutto per coloro che sono appassionati delle scarpe casual per eccellenza e che non riescono a rinunciare alla loro comodità in ogni occasione. C’è infatti un tipo di sneaker praticamente per ogni evenienza, ed è anche questo parte del problema, le campagne marketing attorno alle scarpe sportive spingono a farci credere che ce ne servano un paio nuovo ad ogni stagione… non dovrebbe essere necessario dire che così non è.
Ma perchè le sneakers sono così inquinanti? Per i principianti che si stanno approcciando all’argomento, sintetizziamo i motivi principali:
- Emissioni: sono responsabili dell’1,4% delle emissioni globali di anidride carbonica, pensate che è equivalente alla metà delle emissioni degli spostamenti aerei. È stato stimato che un paio di scarpe da ginnastica standard produce circa 136 kg di anidride carbonica, per capire la differenza, le altre tipologie di scarpe si aggirano intorno ai 30 kg. La differenza è evidente, ed è dovuta principalmente alla produzione dei materiali.
- Materiali: sono il problema principale e per diversi motivi. In primis, i materiali di cui sono composte le sneakers sono derivati dal petrolio, plastica e simili, che perciò emettono un'enorme quantità di anidride carbonica durante la produzione. Inoltre, una scarpa sportiva può arrivare ad essere formata anche da più di 60 materiali diversi, principalmente tutti derivati dal petrolio. Il risultato è che questi materiali sono impossibili da separare tra di loro e quindi impossibili da riciclare in qualunque modo, il destino delle sneakers è l’inceneritore, inquinando ancora di più, oppure finendo accumulate nell’ambiente dove continueranno a rilasciare sostanze chimiche che inquineranno acque, terra e aria.
- Sfruttamento lavoratori: se quanto detto sopra non fosse abbastanza, la maggior parte della produzione di sneakers avviene nelle parti economicamente sottosviluppate del mondo, dove i lavoratori non vengono pagati in maniera equa e le condizioni di lavoro sono disumane. Ancora peggio, pensate che l’ultimo paio di sneakers che sfoggiate fieri, è stato probabilmente assemblato a mano da un bambino di 9 anni in Indonesia o Pakistan o India, insomma ci siamo capiti.
Fatta questa premessa, bisogna specificare che per cambiare questa situazione è necessario avvicinarsi ad uno stile di vita sostenibile ed un modello di economia circolare, che in questo caso significa comprare solo quando ci serve davvero qualcosa e riutilizzare quello che già abbiamo, che sia attraverso la second-hand o la sharing economy a voi la scelta.
Detto ciò, per fortuna oggi le alternative sostenibili alle sneakers super inquinanti esistono ed iniziano a diventare tante! Avrete sicuramente sentito parlare delle Allbirds, uno dei marchi più famosi al riguardo, o delle sneakers sostenibili Stella Mccartney, che oltre ad essere decisamente estrose sono inaccessibili a buona parte della popolazione.
Se state però pensando alle collezioni sostenibili dei grandi colossi delle calzature sportive come Adidas o Nike e simili, sappiate che non li troverete qui, per il semplice motivo che avere una o due collezioni definite sostenibili non significa che il brand lo sia, ma si tratta solo di una trovata marketing di greenwashing per spostare l'attenzione dalle altre 40 collezioni che di sostenibile non hanno assolutamente nulla!
Detto ciò, concentriamoci su quelle aziende che hanno davvero a cuore la sostenibilità ambientale e le condizioni di lavoro dei loro impiegati. Ecco 9 marchi che producono sneakers davvero sostenibili e a prezzi abbordabili pure per i comuni mortali!
Natural World
Iniziamo con il primo marchio dai prezzi più che abbordabili, Natural World è un brand spagnolo nato dalla fusione di tradizione familiare nel settore calzaturiero e salvaguardia dell'ambiente con risultato uno stile casual, colorato e variegato.
Fascia prezzo: 30 -70 euro
Punti sostenibili:
- Cotone 100% organico, i cui scarti vengono rimessi nella filiera di produzione e riutilizzati, evitando la produzione di rifiuti e riducendo le emissioni dovute alle piantagioni di cotone
- Gomma naturale, i cui scarti vengono anch'essi riutilizzati per le produzioni successive
- Assenza di sostanze chimiche dannose per l'ambiente
- Confezione 100% riciclata e riciclabile
Foto da @naturalworldeco
Ethletic
Sostenibilità significa anche guardare alla provenienza di ciò che compri, per questo è preferibile evitare di acquistare un paio di scarpe che sia stato prodotto dall'altra parte del mondo. Ma per il marchio Ethletic facciamo un eccezione! Made in Pakistan, obiettivo principale del brand sono responsabilità sociale e ambientale, in un paese in cui questi non sono concetti così comuni.
Fascia prezzo: 70-100 euro
Punti sostenibili:
- Materiali utilizzati come il cotone (in parte organico) e la gomma naturale al posto di quella derivata dal petrolio, prodotti in India e Sri Lanka, il primo certificato Fair Trade e la seconda con certificazione dell'associazione FSC che si occupa della gestione ecologica delle foreste
- Lavoro equo e solidale è un enorme punto di forza in una realtà complicata come quella del Pakistan. Oltre alle donazioni a diverse organizzazioni di lavoro solidale per ogni paio di scarpe venduto, vi è completa trasparenza su chi crea le loro scarpe. Sul sito dell'azienda ci sono i volti dei loro lavoratori e durante l'acquisto è possibile fare una donazione tramite l'app Tip Me direttamente ai lavoratori.
- Di recente, tramite collaborazione con un'azienda berlinese, è anche possibile spedire le scarpe che sono logore per farle aggiustare invece di buttarle, un concetto di economia circolare che ci piace molto
- Certificazione PETA, quindi scarpe 100% vegane
Risorse Future
Ci spostiamo in Italia, con un marchio di cui non si sente parlare molto e poco nominato in rete. Risorse Future si basa sull'esperienza dell'artigianato Made in Italy nello specifico delle Marche, utilizzando materie prime italiane per realizzare scarpe cruelty-free e nel rispetto dell'ambiente.
Fascia prezzo: 120 -150 euro
Punti sostenibili:
- Filiera locale, ovvero tutte le fasi di lavorazione delle scarpe avvengono nello stesso posto senza inquinamento dovuto allo spostamento
- Scarpe 100% vegane e cruelty-free con certificazioni PETA, Vegan Society e Animal Free Fashion
- Le fibre vegetali costituiscono la maggior parte dei materiali utilizzati. La canapa, che oltre ad essere vegetale e naturale, per sua natura non necessita di alcun trattamento durante la coltivazione, perciò non inquina. Ed il cotone, che viene lasciato al naturale e non sbiancato, non inquinando con sostanze chimiche e mantenendo anche le sue qualità intrinseche.
Unica nota dolente, alcune delle scarpe hanno la tomaia in similpelli sintetiche che ecocompatibili non sono, perciò fate attenzione! Ci auguriamo che decidano di sostituire le parti sintetiche con le alternative sostenibili.
Foto da @risorsefutureveg
Ecoalf
Ormai tra i marchi sostenibili più conosciuti e che offre una buona varietà di sneakers dai modelli più sofisticati ad uno stile più minimalista, ma anche vestiti. Ecoalf è il brand spagnolo che da ormai 10 anni ha fatto della sostenibilità ambientale il suo mantra e dell'economia circolare il suo credo.
Fascia prezzo: 80 -120 euro
Punti sostenibili:
- L'azienda si impegna ad utilizzare le minori percentuali possibili di materie prime e materiali riciclati, riducendo le emissioni di CO2, il consumo di acqua ed energia e limitando l'inquinamento dovuto alle piantagioni. I materiali riciclati usati dall'azienda sono: la plastica, si impegna a ripulire i mari dalle plastiche ed utilizzarle per creare i suoi prodotti, cotone e lana rigenerata limitando il consumo di materie prime, nylon riciclato ottenuto dalle reti da pesca disperse nei mari, inoltre il nylon riciclato può essere riciclato ulteriormente, gomme dei pneumatici riciclati, i fondi del caffè che vengono utilizzati per creare il tessuto sostenibile S.Cafe. Se non è economia circolare questa, cosa lo è?
- Attraverso la Ecoalf Foundation l'azienda porta avanti l'iniziativa "Upcycling the ocean" con l'obiettivo di ripulire le acque dei mari dalle enormi quantità di rifiuti che le invadono
- "Because there is no planet B" e "Act now!" i motti dell'azienda e anche iniziative grazie alle quali si impegna a sensibilizzare i consumatori.
Se cercate un brand che abbia a cuore il futuro del pianeta, probabilmente è questo.
ID-EIGHT
Torniamo in Italia, per un altro brand che sprizza sostenibilità da tutti i pori. ID-EIGHT nato da una storia d'amore tra un'italiana ed un sud coreano e un interesse comune: la sostenibilità ambientale. Un mix di sostenibilità ed innovazione che hanno dato vita a sneakers genderless, nostalgiche nello stile e nei colori, un pò anni 90 ed assolutamente ecosostenibili.
Fascia prezzo: 160-200 euro
Punti sostenibili:
- I materiali utilizzati per le tomaie sono similpelli vegetali, ovvero tessuti innovativi che assomigliano alla pelle ma sono derivati dagli scarti dell'industria vegetale, nello specifico: Piñatex, similpelle derivata dalle foglie di scarto degli ananas, Wine Leather e Apple Skin, entrambi ideati in Italia, derivata dagli scarti del vino la prima e delle bucce e torsi di mele trentine la seconda.
- Le altre parti della scarpa sono fatte con materiali riciclati in un'ottica di economia circolare, cotone riciclato per il sottopiede, poliestere riciclato per lacci ed etichetta, gomma riciclata per la suola
- Anche la confezione di cartone è riciclata e riciclabile, contiene inoltre una "bomba di semi" ovvero una pallina di terra e argilla che è un concentrato di semi di fiori che una volta piantati favoriscono l'ambiente per le api, fondamentali per l'impollinazione ed in via d'estinzione.
Saranno un pochino più costose rispetto alle precedenti, ma se avete la possibilità questo marchio vuole sicuramente fare la differenza.
Foto da @id.eight
Po-zu
Nome giapponese che significa "pausa" che si addice perfettamente allo stile di vita portoghese, dove Po-zu ha in realtà origine. Un altro marchio che ha fatto della sostenibilità e del lavoro solidale i suoi cardini, le lavorazioni avvengono infatti in parte in Portogallo ed in parte in Sri Lanka, dove si assicurano che ci siano condizioni di lavoro solidali per i dipendenti.
Fascia prezzo: 70-100 euro
Punti sostenibili:
- Anche loro utilizzano le ecopelli vegetali Apple Skin, Piñatex e in più Desserto Leather, ricavata dal cactus. L'ultima arrivata e la Mushroom Leather, pelle vegetale ricavata dai funghi. Vengono anche usate delle eco microfibre che hanno un impatto ambientale minore rispetto a quelle derivate dal petrolio.
- In alcuni casi utilizzano vera pelle, perciò se siete particolarmente sensibili al tema animal free fate attenzione, altrimenti, la concia delle pelli impiegate è comunque sostenibile e non impiega cromo ed altre sostanze tossiche impiegate nella concia tradizionale
- Altri materiali utilizzati sono fibre naturali di cocco, sughero naturale e gomma lattice naturale, ovvero ricavata dagli alberi e non dal petrolio, lino e cotone organici
- Niente pesticidi, sbiancanti e tinture tossiche
Dallo stile abbastanza minimalista e forse mancano un po in creatività ma da un punto di vista della sostenibilità sono sicuramente notevoli.
Nae Vegan
Rimaniamo sempre in Portogallo per trovare delle sneakers sostenibili sicuramente più variegate delle precedenti sia nella forma che nei colori con Nae Vegan.
Fascia prezzo: 60-130 euro
Punti sostenibili:
- Anche in questo caso tra i materiali utilizzati troviamo la pelle vegetale Piñatex, il cotone organico, la plastica riciclata ed il sughero, uno dei simboli del Portogallo.
- Si impegnano nella riduzione dei consumi e dei rifiuti come anche nel lavoro solidale delle sei fabbriche, quattro in Portogallo e due in Spagna
- Completamente Cruelty Free
Cariuma
Marchio sostenibile che viene da un pò più lontano è Cariuma, il brand brasiliano che fonde comodità, sostenibilità e stile casual in queste sneakers tendenzialmente dai modelli abbastanza classici e minimalisti ma dai colori accattivanti. L'ultimo modello lanciato solo qualche mese fa dichiara essere la scarpa con la minor impatto di emissioni di carbonio al mondo, meno di 6 kg per paio!
Foto da @cariuma
Fascia prezzo: 80-120 euro
Punti sostenibili:
- Per ogni paio di scarpe Cariuma acquistato vengono piantati due alberi nella foresta amazzonica in Brasile
- I materiali utilizzati, a partire dal bamboo che è una delle piante che più facilmente e velocemente si rigenera e che ha ottenuto le certificazioni OEKO-TEX e della Organic Crop Improvement Association. La gomma naturale estratta dagli alberi brasiliani in maniera sostenibile, il cotone organico e la canna da zucchero organica, anche in questo caso facilmente rigenerabile, senza irrigazioni artificiali ma sfrutta l'acqua piovana ed elimina grandi quantità di carbonio dall'ambiente, olio di ricino al posto dei derivati del petrolio, plastica riciclata.
- La confezione in cartone è riciclata e riciclabile
- Le tinture utilizzate non sono tossiche
Ovviamente queste sono solo alcuni dei marchi disponibili sul mercato che producono sneakers sostenibili, avevamo per esempio già parlato delle sneakers ACBC le scarpe componibili, altra alternativa italiana. Come avete visto non tutte le opzioni ecocompatibili devono per forza costare 300 euro, anche per chi non può permettersi le cifre esorbitanti ma vuole fare acquisti sostenibili, è possibile. Non ci sono più scuse, la rivoluzione green non è più solo per i ricchi ma e alla portata di tutti!
Cresciuta tra le montagne dell’entroterra siciliano tra mandorli e aranci da sempre con una passione per le lingue e le culture e l’esigenza di viaggiare che l’hanno portata sempre più lontana, per studio prima, per scelta dopo. Ha studiato mediazione linguistica a Padova e digital marketing ad Oxford, Giorgia è entrata a far parte della famiglia di MakersValley come Content Marketing Intern, creare contenuti per il web ed i social media è la carriera che vuole intraprendere. Negli ultimi anni ha vissuto in diversi paesi, Germania, Irlanda, Regno Unito ed infine Portogallo in cerca del posto giusto in cui fermarsi. Nei momenti liberi potete trovarla su qualche scogliera o su una montagna o in mezzo ai boschi... in alternativa al tramonto su una spiaggia con una buona birra tra le mani! L’escursionismo è la sua dipendenza, sostenibilità e ambientalismo il suo credo.
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